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L'ambiguità pervade molti aspetti del pensiero e dell'esperienza, sfidando non solo le nostre certezze nel valutare, percepire e comunicare la realtà, ma anche i tentativi di definizione: lo stesso termine "ambiguo" si rifrange infatti in una costellazione di significati che evocano sia ciò che è incerto, dubbio, oscuro, e quindi difficile da interpretare, sia ciò che è equivoco, doppio, molteplice, e dunque interpretabile in modi diversi. Per questo l'ambiguità ha spesso attratto gli specialisti e i creativi del segno linguistico: filosofi e giuristi, retori e scrittori, teorici e critici della letteratura, lessicografi e traduttori, ma soprattutto linguisti, che su di essa si pongono molte domande. Perché le lingue hanno parole ed espressioni ambigue? La loro presenza è un vantaggio o un ostacolo per la comunicazione? Quali meccanismi intervengono nella disambiguazione? E qual è il ruolo dell'ambiguità nei processi del cambiamento linguistico? Per rispondere a questi interrogativi, il libro accompagna il lettore in un percorso attraverso le diverse manifestazioni del fenomeno, considerato nella sincronia e nella diacronia di numerose lingue, antiche e moderne.