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Durante la Seconda guerra mondiale, due terzi dei cittadini cinesi d'Italia vennero internati nei campi di concentramento riservati ai "sudditi di paesi nemici" che non era possibile rimpatriare. Sebbene fossero solo poche centinaia di persone, molte vivevano in Italia da anni e si erano ben inserite nella società e nell'economia di diverse città. La documentazione relativa a questo episodio dimenticato della nostra storia offre informazioni fondamentali per comprendere la nascita e lo sviluppo della diaspora cinese in Europa, in particolare della migrazione dei cinesi originari della regione del Zhejiang verso il nostro paese. La maggior parte dei cinesi che vivono in Italia oggi, infatti, appartiene ai medesimi lignaggi famigliari cui apparteneva quella prima generazione di migranti. Negli scritti degli internati riaffiorano testimonianze inedite di un'esperienza traumatica e disorientante, che la stessa storiografia cinese della diaspora ha in larga misura rimosso.