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La letteratura non è affatto morta, nonostante gli annunci di tanti profeti di sventura. Ancor oggi resiste serenamente ai suoi presunti nemici - non lettori, civiltà delle immagini, rivoluzione digitale. E anzi la sua grande vitalità che fa risaltare la progressiva agonia degli studi letterari. Da qui occorre ripartire, traducendo lo smarrimento del presente in nuovo spirito critico: consapevoli che l'umanesimo è tramontato, che le vecchie categorie sono diventate inservibili e che bisogna ripensare su nuove basi il senso dell'educazione letteraria. Per farlo, questo libro si attesta su uno degli ultimi avamposti del pensiero illuminista, la teoria della letteratura: fa il punto su un antico sapere tramandato nei secoli e ne misura il valore cognitivo non sulla dottrina astratta dei manuali, ma sulle sfide concrete del mondo in cui viviamo. Che cosa significa, oggi, studiare e insegnare letteratura? Quali nozioni, metodi e strumenti ci permettono di capire meglio quei formidabili dispositivi di lettura del mondo che sono i testi letterari? L'auspicio è quello formulato a suo tempo da Italo Calvino: «l'unica cosa che vorrei insegnare è un modo di guardare, cioè di essere nel mondo».