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Tra gli eventi cruciali della storia culturale inglese c'è, nel Settecento, la nascita del novel, il romanzo moderno: una rivoluzione i cui effetti non si sono ancora esauriti, perché delle innovazioni di Defoe, Richardson e Fielding - la cui opera segna il cristallizzarsi del nuovo genere - si vedono, a distanza di secoli, ampie tracce. Per ricostruire la genesi del novel, occorre indagare i fitti rapporti tra letteratura e cultura. Comprenderne le origini significa, infatti, guardare ad altri fenomeni, anch'essi rivoluzionari: il delinearsi dell'idea di società civile, della dialettica tra pubblico e privato, e del dibattito su costumi, politica ed economia; significa, al tempo stesso, guardare agli stretti legami fra tali fenomeni e i meccanismi del racconto, ai tentativi, spesso imperfetti, di scrivere storie utili e fondate sull'esperienza, ma capaci, contemporaneamente, di incantare i lettori. Lo studio delle origini del novel suscita, inoltre, domande sull'intera tradizione del realismo, sugli ideali, le ambizioni e le tecniche di scrittori come Scott, Eliot, Balzac, Proust, Franzen e Siti. Intrecciando analisi storica e riflessione teorica, questo saggio va alle radici della civiltà letteraria moderna, interrogandosi su una cultura in cui siamo ancora immersi, e alla quale, paradossalmente, è legato anche l'immaginario del fantastico, che del realismo non può fare a meno.