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Parola e immagine nella cultura italiana contemporanea - da Gabriele D'Annunzio, Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, fino agli ultimi anni - fra letteratura, storia dell'arte, cinema, esperienze multimediali. Possibilità e limiti della traduzione verbale della visione e delle arti figurative, attraverso un'analisi della metafora della cecità nei tre autori. La sinergia fra teoria letteraria, critica d'arte e antropologia punta a decostruire lo stereotipo della "civiltà dell'immagine", che caratterizzerebbe i nostri giorni. Al contrario, si ripercorrono alcune tappe di una progressiva perdita della dimensione sacrale negli scambi tra parole e immagini, con l'affermarsi della loro simultanea pervasività e banalizzazione, individuandone cause e possibili sviluppi.