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Offuscata dal contrasto con gli splendori dell'età greca, l'epoca romana in Sicilia è apparsa per secoli una lunga parentesi di decadimento. Attraverso la testimonianza delle fonti antiche - testi scritti, ma anche monumenti, epigrafi, monete -, rilette alla luce dei più recenti studi, il volume offre, invece, un volto nuovo dell'isola, quello di provincia politicamente periferica, ma socialmente e culturalmente vivace, economicamente promettente e immancabilmente sfruttata. La Sicilia, "romana" solo dal punto di vista politico, era in realtà un coacervo di popoli, culture, tradizioni; l'incontro fra di essi, iniziato già prima della conquista romana e spesso tradotto in scontri aperti, aveva dato vita nell'isola a una società "interculturale", in cui la coesistenza e la mescolanza tra le stirpi avevano apportato vari benefici, non ultimo quello di predisporre in modo particolare gli abitanti al contatto (pur non scevro da atteggiamenti di diffidenza e sospetto) con il "nuovo" e il "diverso". Dalla storia della Sicilia romana, dunque, un monito e un invito: la diversità, se opportunamente valorizzata, può costituire una ricchezza e un'inesauribile risorsa.