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L'esperienza della "delocalizzazione" trova nella scrittura un fecondo luogo di espressione delle istanze più variegate del complesso problema dell'"incontro con l'altro", che è d'obbligo oggi indagare nella prospettiva di trovare una dimensione "terza", intersoggettiva, in cui si ingenera la necessità - non sempre soddisfatta - della rinuncia alla esclusiva proiezione del sé. La letteratura dell'erranza è, allora, il luogo privilegiato per la rielaborazione e la ricostruzione, a partire proprio dalla distanza, di quella memoria storica che, se letta in chiave di discorso plurale, è capace di restituire. Consapevoli dell'ampiezza e dell'estrema varietà dei temi e dei problemi storico-critici propri alle scritture dell'erranza, gli autori offrono, in questo volume, alcune esemplificazioni delle oltre prospettive a partire dalle quali il rapporto tra storia, geografia, tropologia e letteratura può dischiudere nuovi percorsi critici.