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La contrapposizione tra apparati militari e movimenti islamisti è uno dei temi ricorrenti della storia contemporanea del mondo arabo. Il Sudan ha costituito l'unica eccezione a questa consolidata rivalità, grazie alla spregiudicatezza del carismatico Hasan al-Turabi, architetto del colpo di Stato che nel 1989 ha dato vita a un'insolita coalizione tra militari e islamisti. Il regime sudanese, tuttavia, non è riuscito a rappresentare un"'alternativa islamica" rispetto al modello autoritario dominante nel mondo arabo, ma ne ha assunto i caratteri violenti e alienanti. Esacerbando le fratture identitarie, esso si è spinto fino a compromettere l'unità del paese, rotta dalla secessione del Sud nel 2011. Ricostruendo una storia poco nota, il volume offre un punto di vista originale su quell'intreccio tra islamismo, conflitti armati e aspirazioni democratiche che costituisce la cifra della politica araba attuale.