Tab Article
Inclassificabile e originale, al di fuori di qualsiasi categoria o etichetta ordinaria, Ottieri rappresenta un importante caso nel panorama della letteratura italiana del secondo Novecento. Lo scrittore ha colto nel profondo i mutamenti della realtà contemporanea riflettendovi il proprio malessere personale con un abile dosaggio di sarcasmo, dolore e passione. I suoi scritti si articolano in tre tematiche principali - la fabbrica, la clinica, la politica - e raccontano la condizione operaia durante la ricostruzione postbellica, l'alienazione dell'uomo moderno, la malattia mentale, la corruzione nel mondo politico italiano. Ottieri struttura le sue opere in una "sinfonia" nella quale i testi si collegano tra loro in quanto parte di un progetto letterario fortemente voluto dall'autore fin dall'adolescenza. La sua vocazione sociologica modella il carattere militante di una letteratura agonistica, feroce, vernacolare, che non si rassegna al Male, inteso come sofferenza psichica, né ai potenti del Palazzo. Una letteratura realistica e allucinatoria, ironica e depressa, "non bella" (come l'autore stesso la definiva) eppure, o forse proprio per questo, indispensabile.