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Il fondamentale apporto offerto dagli ordini religiosi nati dopo il Concilio di Trento allo sviluppo di una comunicazione visiva devota e didattica, popolare e internazionale, basata sulla capillare diffusione di immagini sapientemente elaborate è ormai un dato acquisito e unanimemente riconosciuto dalla cultura europea. In continua interazione con altri ordini religiosi come la Compagnia del Gesù o la Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, gli Scolopi affidarono anche alle immagini la definizione, identitaria, del loro apostolato. Nell'attività figurativa promossa dalle Scuole Pie, forme estetiche e media definiscono i caratteri di una politica eidetica, dai contorni internazionali, che seppe unire l'arte con la formazione cristiana, ma anche con le esigenze di una nuova gerarchia dei saperi progressivamente imposta dalla adesione dell'epoca moderna alla "scienza nuova". Fin dai tempi della fondazione, nello spazio culturale dell'Ordine si intrecciano le vicende artistiche di pittori celebri e di oscuri artigiani, di architetti romani e di chierici operai itineranti, di grandi mecenati e di semplici devoti uniti nella elaborazione di un'alta cultura materiale che aveva fatto delle forme artistiche strumenti di pietas, ma anche di paideia. Oggi questi oggetti costituiscono parte di un tessuto storico e artistico che svela la propria vitale coerenza quanto una straordinaria capacità di connessione e di dialogo con la memoria del passato e con la società del presente.