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Il volume si propone come una narrazione e, insieme, un inquadramento critico delle principali vicende che hanno caratterizzato l'opera italiana nei primi due secoli della sua storia: dalla nascita nelle corti del Centro-Nord della penisola all'istituzionalizzazione nei teatri impresariali di Venezia, dai tentativi di riforma ispirati al razionalismo classicista alle suggestioni europee a ridosso degli eventi rivoluzionari di une Settecento. Nell'affrontare questi snodi storici l'autrice analizza in particolare i fattori di cambiamento del sistema operistico, ossia le trasformazioni che subiscono le strutture drammatico-musical-sceniche nel loro rapporto dialettico con i fermenti culturali, i contesti produttivi, le dinamiche socio-politiche. In quest'ottica, si sofferma sulle strategie compositive degli autori, illuminate grazie allo scandaglio delle caratteristiche stilistico-formali di alcune opere esemplari. Ciò che ne emerge è il vivace affresco di un fenomeno d'arte che fin dalla sua nascita è stato in grado di sfidare, e a volte di vincere, tanto il teatro di parola quanto la letteratura.