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La dottrina Monroe è uno dei testi sacri della politica estera americana: in quasi duecento anni di vita è stata spesso invocata a sostegno delle guerre e dei trattati, delle azioni e delle omissioni, delle promesse e delle minacce che hanno propiziato l'ascesa degli Stati Uniti da fragile repubblica a potenza regionale, a superpotenza mondiale. Ma i principi enunciati da James Monroe nel 1823 - la divisione del mondo in due sfere contrapposte, il veto a interferenze e tentativi di colonizzazione europea nel Nuovo Mondo, l'impegno americano a evitare analoghe interferenze nel Vecchio Continente - si sono dimostrati così pervasivi e longevi soprattutto per il loro contributo alla definizione dell'identità americana. Per più di un secolo l'ideologia della dottrina Monroe ha intrecciato le premesse anticoloniali e gli esiti imperiali della politica estera degli Stati Uniti in una grande narrazione del ruolo storico dell'America e del suo posto nel mondo. Il potere americano ha da tempo assunto una proiezione globale, ma le sue origini e le sue implicazioni per l'identità nazionale sono comprensibili solo nel quadro di un "Occidente" di volta in volta ridisegnato dalla dottrina Monroe.