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Uno dei paradossi del trentennale dibattito italiano sulla riforma della politica è che, nel declino e nella deriva del sistema dei partiti, la crescita umana e la partecipazione in forme molecolari di autonomia dei cittadini sono avvenute nel solco del disegno costituzionale, e ne hanno assicurato tenuta e sviluppo. Forze sociali diffuse, poco organizzate e indicate come "minori", quindi per definizione politicamente deboli (associazioni, volontariato, cittadinanza attiva), hanno conseguito in un quarto di secolo un effettivo empowerment e alla lunga appaiono le sole portatrici di una riforma, avendo già indotto una significativa trasformazione, lenta ma non contrastabile, della nostra democrazia. Protagonisti e guida della riforma quindi risultano gli attori civici, che partiti e media hanno a lungo temuto e cercato di oscurare, e oggi invece corteggiano e tentano di "cavalcare". Le trasformazioni indotte dalla presenza e dalle azioni della cittadinanza attiva hanno segnato leggi nazionali e regionali, la stessa Costituzione, e ora segnano la prospettiva europea e costituiscono una speranza per la fuoriuscita dalla crisi. Questo libro, con la forza di un'analisi giuridica e sociale rigorosa, delinea una sorprendente interpretazione storico-politica, getta le basi di una nuova teoria politica e delle istituzioni e si propone come "manifesto" di una possibile nuova stagione del volontariato e dell'associazionismo di Terzo Settore.