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Navi cariche di albanesi solcano il mare. Tuttavia, a distanza di vent'anni, la direzione del loro viaggio è inversa. Se nel 1991 migliaia di profughi approdavano a Bari in cerca di una nuova vita, oggi da quel porto salpano i traghetti su cui gli albanesi residenti in Italia partono per le loro "vacanze al paese". Un'esperienza che per i giovani di seconda generazione si avvicina a un vero e proprio "turismo delle radici" e che sta rapidamente trasformando numerose località albanesi in centri di turismo balneare e culturale. Il libro ripercorre le molteplici forme di mobilità che hanno coinvolto l'Albania e la costruzione dei diversi immaginari sugli albanesi e degli albanesi sull'estero: dai viaggi dei pittori orientalisti nell'Ottocento alle spedizioni archeologiche fasciste negli anni Trenta del Novecento, dal periodo del "turismo stalinista" sotto il comunismo alla lunga storia di migrazioni interne e di emigrazione che ha portato alla formazione di una diaspora di oltre un milione di persone. La ricerca etnografica, condotta tra l'Italia e diverse città albanesi attraverso una serie di viaggi al seguito di migranti in occasione dei loro rientri estivi, segue gli intrecci tra turismo e migrazioni sulle due sponde dell'Adriatico illustrando i cambiamenti dell'Albania postsocialista e al contempo mettendo in luce un aspetto inedito dell'immigrazione nel nostro paese.