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I diritti linguistici, espressione specifica e fortemente caratterizzante dei più generali diritti delle minoranze (a loro volta partecipi dell'universale categoria dei diritti dell'uomo), sono divenuti negli ultimi decenni oggetto di maggiore attenzione rispetto al passato da parte della dottrina e delle istituzioni in tutti i cinque continenti. Connessi, soprattutto in Europa, all'evoluzione dello Stato-nazione, che solitamente mal tollerava la presenza di gruppi linguistici minoritari potenzialmente in conflitto con la maggioranza, sperimentano oggi una nuova dimensione legata al fenomeno dell'immigrazione e alla conseguente presenza di nuovi gruppi linguistici nei territori dei diversi Stati europei. II volume esplora questi fenomeni e l'evoluzione dei diritti linguistici nel resto del mondo, analizzando in particolare alcune esperienze costituzionali, come quella dell'India, che hanno posto grande attenzione nei confronti del pluralismo linguistico. La proposta di classificazione in diritti (e doveri) linguistici di prima, seconda e terza specie - corrispondenti rispettivamente ai momenti dell'integrazione dei cittadini, del riconoscimento delle minoranze nazionali e dell'integrazione e in parte del riconoscimento degli stranieri e delle seconde generazioni - costituisce il fil rouge attraverso cui dipanare l'analisi dell'evoluzione della materia oggetto del libro ed esaminare il corrispondente impatto sulle forme di Stato contemporanee.