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La copiosa documentazione, in gran parte inedita, conservata negli archivi estensi consente di ripercorrere l'eccezionale esperienza collezionistica del cardinale Ippolito d'Este, in relazione alle residenze di Roma (Palazzi del Quirinale e di Monte Giordano) e Tivoli (Villa d'Este). Le testimonianze successive alla sua morte (1572) si riferiscono alla progressiva dispersione del patrimonio dei beni mobili (dipinti, statue, arredi diversi) e aiutano a ricostruire le vicende, tra XVI e XVIII secolo, della difficile gestione di Villa d'Este, sullo sfondo di profondi mutamenti culturali.