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Dalla metà degli anni Quaranta al suo debutto ufficiale come narratore (1955). Pier Paolo Pasolini lavorò ininterrottamente a diversi progetti in prosa, sperimentando contemporaneamente la forma diaristica, il racconto breve, l'elzeviro, l'opera cosmogonica e il romanzo autobiografico-sociale. Una precoce ansia di verifica stilistica, indicativa di uno scrittore che già allora, ai suoi esordi, mostrava di possedere una personalità inquieta ed eclettica, alla continua ricerca di un'identità intellettuale che non troverà mai una collocazione definitiva. Fissando l'obiettivo sui primissimi esperimenti in prosa degli anni universitari bolognesi e friulani fino a "Ragazzi di vita", il volume intende colmare una lacuna interpretativa che ancora interessa la produzione giovanile dello scrittore.