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Il volume presenta un'indagine, svolta in raffronto con altre esperienze, che propone un nuovo paradigma per ri-orientare gli studi comparatistici in materia di ordinamento giuridico. Nell'alternativa tra incarnazione ed escarnazione della Legge si scopre un criterio che più efficacemente consente di cogliere le differenze sistemologiche strutturali tra le famiglie di common law (Inghilterra e Stati Uniti) e civil law (Europa continentale). La comprensione dell'"estetica politica" del common law e della retorica del potere che ne è associata passa attraverso la rimeditazione del ruolo svolto dall'English Legal Profession e dagli Inns of Court, spazi eletti di significazione rituale del giuridico. Per questa via, dall'analisi critica della storiografia convenzionale, il libro giunge a un'interpretazione originale della funzione svolta dalla professione giuridica come carattere profondo dell'esperienza inglese. In una prospettiva di teologia politica il testo mette in luce gli aspetti di comunicazione simbolica, liturgica e sacramentale connessi alla rappresentazione del potere dei serjeants at law (giudici e avvocati), occultati, taciuti, se non addirittura traditi, dai resoconti ufficiali, in modo da offrire una compiuta definizione concettuale della Signoria sul diritto che ad essi è intrinsecamente collegata.