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La possibilità di costruire la propria identità, di poter dire "io" e riconoscersi come sé, è legata alla presenza dell'altro che di quel sé si fa specchio, ma anche al riconoscimento della compresenza in se stessi di identità e alterità. Questo il tema comune e trasversale ai diversi saggi del volume, che ne affrontano i differenti aspetti approfondendone la connotazione pedagogica. Così, il problema della costruzione del soggetto attraverso la cura e l'educazione diviene il nucleo centrale dei processi formativi giocati tra identificazione e scoperta della differenza. È questa la sfida della pedagogia, che deve necessariamente accettare l'impegno e il dovere di scommettere sempre e comunque sull'uomo - suo fine - e ancor più sull'uomo del nostro tempo, l'uomo della crisi e del disincanto, che è alla ricerca di orizzonti di senso da strappare ad un'esistenza sempre più anonima e banalizzata. Una crisi che può essere affrontata solamente indirizzando il soggetto verso una cura di sé autentica, che non potrà mai essere un ripiegamento egoistico in se stessi ma un decentramento - vero e proprio "spossessamento"- che diviene condizione per un'accettazione consapevole e responsabile di se stessi, dell'altro che è in noi ma anche dell'altro uomo che relazionandosi a noi ci delimita, ci fonda, diviene condizione per il dispiegarsi di quella forma unica e irripetibile di cui ogni uomo è premessa e promessa.