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Il dibattito sul cambiamento organizzativo ne enfatizza il portato di innovazione: un coro unisono di voci che celebrano il distacco netto, definitivo, irreversibile dalla pesante eredità fordista, e che annunciano l'approdo verso modi di progettare soluzioni organizzative che valorizzano le persone, decentrano le decisioni, puntano sulle relazioni collaborative, e liberano energie creative attraverso l'uso di tecnologie al servizio dell'uomo. Quanto c'è di vero, e quanto invece di retorico in queste descrizioni? Fino a che punto le imprese hanno davvero trasformato la propria logica organizzativa, e quali tracce, invece, restano della logica fordista?