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Gli ultimi decenni hanno visto un rinnovato interesse per la retorica, per il suo ruolo nella società e per i suoi rapporti con i vari generi letterari. Di conseguenza, essa non è stata più sentita come un ostacolo alla fruizione della letteratura bensì come il ponte che conduce più direttamente alla sua comprensione. A questo risveglio di interesse non poteva certo sottrarsi l'oratoria, intesa come possesso e controllo della parola. Studi importanti (come quelli di David e di Narducci) hanno permesso di approfondire anche le nostre conoscenze dell'oratoria romana e, in particolare, dei suoi rapporti con la realtà socio-politica, della funzione dell'oratore nella società, delle dinamiche che hanno via via ampliato l'accesso alla parola. Tuttavia, se in origine l'oratoria, con le sue finalità pratiche e la sua natura pragmatica, è quasi esclusivamente strumento di persuasione, col tempo essa è venuta acquisendo un'intenzionale dimensione letteraria. Questo volume intende privilegiare l'aspetto letterario senza trascurare le sue implicazioni storiche o sociali, fornendo nel contempo un agile e semplice strumento di consultazione a un pubblico di lettori più ampio possibile.