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Negli ultimi due anni il mondo ha fatto esperienza di cosa significhi la privazione delle libertà personali: una sofferenza indelebile che rimarrà nei nostri corpi e nella storia, cui ci siamo sottoposti per proteggere il prossimo e garantire la salute fisica della collettività. Per molti di noi è stata una prova dura che ci ha costretti a fare i conti con le difficoltà dell'isolamento e della lontananza dagli altri. Oggi una luce di speranza sembra farsi strada tra le nubi, la speranza di poter tornare alle solite abitudini delle nostre vite. In questa possibile rinascita, però, si nasconde un'altra sfida: quella di imparare dal dolore per il bene di tutti. Il nuovo annuario del Centro studi Souq intende portare l'attenzione sui nostri fratelli dimenticati, quei soggetti in difficoltà che nella cosiddetta normalità vengono costantemente relegati ai margini del corpo sociale. Leggiamo allora il report di Lucia Castellano sulla condizione dei carcerati, persone che hanno sbagliato e che possono essere recuperate con un percorso di assistenza, invece di essere lasciate a ristagnare nella colpa e nella privazione di ogni dignità. Leggiamo degli immigrati irregolari che vengono rinchiusi in celle per il solo fatto di essere andati in cerca di una vita migliore. Leggiamo il quadro che ci presenta il pedagogo Raffaele Mantegazza sui bambini e le bambine di oggi, stressati da una società che li vuole produttivi cittadini del domani prima di valorizzarne l'esistenza presente. E ricordiamo i nostri fratelli e sorelle non umani: le risorse del nostro pianeta verde; a partire dall'acqua, bene supremo che dovrebbe scorrere libero e pulito, e che invece è minacciato dai pericoli dell'inquinamento e della privatizzazione, come spiega l'antropologo Mauro Van Aken. Non possiamo permetterci di ignorare queste realtà, ora che abbiamo fatto esperienza della segregazione sulla nostra pelle, ora che abbiamo compreso quali siano i rischi di una comunità divisa. Per costruire un mondo più giusto, e che possa sopravvivere alle sfide del futuro, è necessario non dimenticare il dolore, ma mettere ciò che ci ha insegnato al servizio del bene.