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Non mormora più, il Piave. Un tempo era una meravigliosa autostrada d'acqua: i battellieri partivano da Perarolo e sostavano a Borgo Piave, sotto Belluno, tra il cantiere e l'osteria. Ma che cos'è rimasto oggi del fiume sacro? Sulle note della fiera e struggente canzone che tutti ricordiamo, Alessandro Marzo Magno ci accompagna dal Monte Peralba al Mare Adriatico alla scoperta dei duecentoventi chilometri del percorso fluviale, facendo rivivere l'epopea dei menadàs, dei ligadori e degli zattieri che dal Medioevo fino a tempi recenti hanno condotto i tronchi dai monti al mare. Lungo il Piave, sul filo della memoria, lo sguardo si posa su quel che resta della diga del Vajont, sulle alture del Montello, sui paesi che nel nome portano tracce della Battaglia. Tra rifugi e malghe, santuari e monumenti che ricordano chi è morto per difendere una bandiera. Alla scoperta delle prelibatezze dei campi, dei vini, dei formaggi, della grappa e dell'Osteria senz'oste. Alla ricerca del cuore industriale che batte dall'Ottocento, tra le prime seghe idrauliche d'Europa, l'invenzione del legno cadorino e il boom delle occhialerie. Immersi nell'arte e nella cultura del fiume che ha dato i natali a Tiziano e a Dino Buzzati, che è stato raccontato da Goffredo Parise e da Giovanni Comisso, presso cui hanno trovato rifugio Andrea Zanzotto e Mauro Corona. Lungo il Piave, dove l'acqua è energia e la ghiaia oro bianco. Tra passato e presente, con grande forza evocativa, Alessandro Marzo Magno esplora un cronotopo fondamentale dell'identità italiana.