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Il libro passato per le mani di Napoleone nei giorni dell'esilio a Sant'Elena, le golosità di cui era ghiotto Leopardi durante il fatale soggiorno napoletano, i segreti che cela una cambiale di fine Ottocento firmata da Gabriele D'Annunzio: questi e moltissimi altri frammenti di esistenza sono custoditi in lettere, scarabocchi, dediche, biglietti da visita, vecchie foto in bianco e nero, foglietti sparsi, bustine del tè e quant'altro subisca la sorte di essere considerato uno scarto. L'eccedente di cui si pensa sia meglio liberarsi per non trovarsi poi sommersi dalla spazzatura, o che semplicemente si butta via senza nemmeno pensarci, diventa in Scarti oro grezzo, materia prima grazie alla quale incantare il lettore in un viaggio sentimentale, stravagante, che non teme il voyeurismo, nelle peripezie del ricordo. Lo sguardo di Giuseppe Marcenaro, che di questo divertissement letterario è l'autore, come il tocco di Re Mida salva dall'oblio e riporta alla luce, affascinandoci, sottilissime trame di vite, famose e non, risalenti a un passato non troppo lontano dal nostro presente. Come un graffio, il suo stile pungente libera dalle croste degli anni e fa parlare con ironia spesso impietosa quelli che solo all'apparenza sono frammenti muti; minutaglie che sono trama e ordito della nostra storia.