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Chi tra il 1941 e il 1955 si fosse trovato nel campus di Princeton intorno all'ora di pranzo avrebbe probabilmente incrociato due uomini a passeggio che discutevano fittamente di politica, fisica e filosofia: l'uno, dall'aspetto stravagante del bohémien, meditava reggendo in mano l'immancabile pipa e talvolta un gelato; l'altro, appassionato di cartoni animati Disney, lo seguiva col soprabito invernale in qualsiasi giorno dell'anno, per proteggersi dalle malattie immaginate dalla sua ipocondria. In quelle passeggiate si confrontavano, e affinavano le reciproche teorie, due tra i massimi geni del XX secolo: Albert Einstein e Kurt Godël. Il premio Nobel andava all'Institute for Advanced Studies "solo per avere il privilegio di tornare a casa con Kurt Godël"; dal canto suo il logico austriaco - già padre della "verità matematica più importante del secolo", il teorema di incompletezza - cercava stimoli per nuove intuizioni rivoluzionarie. Da quei chilometri macinati insieme giorno dopo giorno nacquero soluzioni cosmologiche che sconvolsero la fisica e la filosofia: secondo le ipotesi che Godël elaborò a partire dalla teoria della relatività, e che lasciarono sbalordito e disorientato lo stesso Einstein, il tempo non è che un'illusione, poiché la struttura dello spazio è talmente incurvata dalle deformazioni della materia da creare percorsi diretti verso il passato e il futuro. Con "Un mondo senza tempo" il Saggiatore ripropone la storia della preziosa amicizia tra i due scienziati e delle loro scoperte, collocandole nel contesto delle teorie che nel XX secolo hanno trasformato la fisica, la logica, la matematica e la concezione stessa dell'universo in cui viviamo.