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La tensione tra natura e cultura è uno dei temi che principalmente innervano la ricerca di Claude Lévi-Strauss, insieme alla consapevolezza che il mito come la musica, simbolica dedicataria di quest'opera - supera l'antinomia fra tempo storico e struttura permanente: attraverso di esso l'uomo accede a una specie di immortalità. Poiché il passaggio dallo stadio naturale a quello culturale è sovente elaborato dalle società attraverso la creazione collettiva di un mito, la scienza dei miti può illuminare le strutture profonde, universali e atemporali che soggiacciono al pensiero umano. Per Lévi-Strauss le opposte categorie di crudo e cotto, fresco e putrido, bagnato e bruciato al pari dei segni linguistici - costituiscono sistemi simbolici rivelatori, grazie ai quali si possono restituire sul piano dell'intelligibile, e non soltanto del sensibile, le funzioni necessarie al commercio della verità. A partire dallo studio di un mito indigeno del Brasile e dall'esame delle sue relazioni di parentela con le varianti tramandate nell'intero continente americano, nonché con racconti, leggende, tradizioni semistoriche, cerimonie e riti, Lévi-Strauss individua nella cottura del cibo un elemento fondante dell'ordine culturale, il mediatore del passaggio di una società dallo stadio naturale a quello delle regole sociali.