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Sotto la superficie dell'agiatezza e di una consapevole virilità borghese, la vita del quarantenne Martin Lynch-Gibbon è divisa a metà: tra la nebbia giallastra e sulfurea che nella Londra dei primi anni sessanta rende ogni cosa inafferrabile e la tranquillità dorata di un matrimonio senza figli; tra la sensualità piena e matura della moglie Antonia e quella candida e scoppiettante di Georgie, giovane amante; tra il fruttuoso commercio di vini, che gli consente una vita serena, ma che non ha mai scelto, e lo studio della storia militare relegato a occasionale passatempo. Martin non fa che compiacersi di una bigamia vissuta spensieratamente, ma quando la moglie, di punto in bianco, gli annuncia di volerlo lasciare, si ritrova spiazzato. Da tempo Antonia ha una relazione con Palmer Anderson, psicanalista e amico di lunga data della coppia. Martin si trasferisce dal fratello Alexander, scultore di vaga fama e fascino discreto. È solo l'inizio di una lunga scia di separazioni, riconciliazioni e dolorose scoperte. Quel che solo l'illusione manteneva unito si lacera definitivamente, scandendo un percorso di sofferta rieducazione sentimentale che spingerà Martin ad abbandonare egoismi e protezioni. Sarà l'imponente sorellastra di Palmer la figura chiave: cupa e intrigante, lucida e diabolica, Honor Klein è come un angelo armato di una spada che dove si posa recide.