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Samantha ha quindici anni ed è cresciuta in Tanzania. I genitori, immigrati inglesi, gestiscono un hotel dimenticato dalle principali rotte turistiche. La madre è una fallita che si stordisce di gin tonic, inerme spettatrice di un'esistenza alla deriva. Il padre, ex mercenario violento e cinico, educa le figlie a suon di sberle, va a letto con tutte le cameriere di turno e prepara improbabili colpi di stato. Abbandonata a se stessa, Samantha sceglie i richiami di una sessualità acerba ma già feroce, imbocca la via della ribellione autodistruttiva, unica possibile risposta allo smarrimento e alla solitudine, e scrive l'impietoso diario di un'inquietudine adolescenziale. In "Esilio", Jakob Ejersbo trova l'alibi perfetto per rivelare il lato oscuro della tragica bellezza dell'Africa, popolata da un melting pot esplosivo, devastata dalla corruzione, saccheggiata dalle disadattate comunità di avventurieri occidentali, portatori di una modernità perversa. Ed eleva a poetica dell'irrequietezza la fragile esistenza di una ragazza, che incrocia il suo destino di sradicata con quello di un intero continente.