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Nel 1988 a John Gregory Durine e alla moglie, la scrittrice Joan Didion, viene proposto di scrivere un copione ispirato alla vita di Jessica Savitch, celebre mezzobusto televisivo. Una sceneggiatura, poi un'altra, poi un'altra ancora. Infine: ventisette stesure. Ventisette stesure in otto anni e il copione si trasforma nella favola intitolata Qualcosa di personale, con Robert Redford e Michelle Pfeiffer. Cosa c'è dietro la storia di queste interminabili riscritture? Chi c'è dietro quest'altalena di fax, telefonate, scontri verbali? C'è il mostro. Il mostro è il predatore che azzanna sceneggiatori e registi americani e si nutre del loro sangue. Il suo rifugio è a Los Angeles, in un distretto a nordovest del centro cittadino: Hollywood. Il mostro è il dio Danaro. Un dio che irretisce gli sceneggiatori, ne fiacca l'energia creativa e la spegne nella banalità. Mostro è il racconto di riunioni, tensioni, trattative, fieri contrasti e ben remunerati cedimenti. È la storia della realizzazione di un film che presto incasserà più di cento milioni di dollari in tutto il mondo. Dunne fa luce sui retroscena hollywoodiani, svela il dietro le quinte e scrive, con humour, un sagace manuale su come vivere e sopravvivere a Hollywood.