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Kipling fu innanzitutto un grande giornalista. I racconti indiani furono pubblicati tra il 1888 e il 1893 prima su giornali poi in volumi. La novità del soggetto, l'Impero Indiano e la vita indigena, e il suo stile particolare gli procurarono un immediato successo anche e soprattutto da parte di un pubblico non letterato. Si narra di storie fantastiche e di vita quotidiana e di svariati tipi di personaggi: santoni, mendicanti, impiegati del governo britannico e dei governi locali, avventurieri, principi indigeni, superbe donne inglesi e appassionate donne indiane, militari britannici e indigeni: insomma tutta la società anglo-indiana che viveva sotto i suoi occhi. La lingua è uno sconcertante miscuglio di gergo, dialetti britannici e indigeni con un innovativo uso e, talvolta, abuso del parlato che si oppose sin dal principio al gusto letterario del suo tempo. È stato detto che tradurre Kipling è come ridurre una foresta vergine a un geometrico giardino.