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La riscoperta dell'umanità più autentica ha nel secolo scorso due momenti fondamentali: le guerre mondiali e la persecuzione razziale. Roberto Carusi, a quell'epoca bambino, ripercorre a ritroso un itinerario fatto di silenzi e incomprensioni nella sua duplice appartenenza al mondo ebraico e cattolico. Più che gli eventi sembrano contare i sentimenti che accostano i piccoli e i grandi. È come sfogliare un album di ricordi, a partire da quello che i personaggi - come una raccolta di figurine - portano con sé nelle proprie scelte esistenziali e professionali. Più che un racconto è una riflessione su quel passato che si traduce in due sentimenti: la delicatezza dei ricordi e l'ironia che vi sta dietro. Così davanti a un sepolcro e a una foto dei genitori l'autore riscopre se stesso e gli altri.