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Lo sguardo ha vissuto numerosi "tormenti" di pensiero: la relazione tra visione, sguardi, cose ha mosso filosofi e artisti a ricercare ontologie ed epistemologie del guardare. La sfida che lo sguardo lancia a chi voglia rivolgere attenzione a questo gesto che coglie insieme il mondo e chi lo osserva è quella di connettere la visione alla varietà, alla mutevolezza e alla sensibilità dell'atto stesso di guardare. Il libro invita a muoversi verso lo sguardo a partire dalla sua radice invisibile, per cogliere la possibilità di vedere come esperienza, responsabilità, incontro, interrogazione. Imparare a guardare è difficile ed è la sfida dell'educazione di un gesto di cui è necessario recuperare il riguardo e la meraviglia. Lo sguardo che vorrà muoversi dovrà allora rischiare di perdersi, di giungere in spazi insondabili e cavi che non saranno vuoti ma pieni di futuro, abitati da quegli istanti del cominciamento delle cose che sono le infanzie del guardare.