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Nel pensiero di Schlegel possiamo vedere il riflesso della crisi della cultura moderna come cultura che ha smarrito le sue connessioni stabili e il suo centro e che perciò mette in discussione anche la collocazione e la funzione della filosofia. La crisi viene rappresentata da Schlegel anzitutto attraverso l'idea di una totalità infinitamente aperta e continuamente mutante il suo centro. Questa idea conduce la filosofia - passando per una radicalizzazione del suo carattere critico - a rendere incerti i suoi confini rispetto alla storia, alla poesia, alla religione o alla vita, di volta in volta assimilandole a sé o assimilandosi ad esse. Se il giovane Schlegel dilata in tal senso l'idealismo, lo Schlegel maturo tenta un'altra via d'uscita, interpretando la crisi come effetto di una hybris della ragione e della soggettività, che avrebbero smarrito la verità originaria fino a porre in se stesse il centro della totalità. L'idealismo - culmine di questa hybris di una soggettività inconsapevole della perdita del proprio centro - va dunque abbandonato orientando la filosofia a riconoscere l'originarietà della verità e la propria intima connessione con le sue rivelazioni.