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Questa ricostruzione storica abbraccia il periodo che va dal dicembre 1941 al luglio 1942, cioè dal momento in cui - conclusasi con la repressione militare la fase dell'insurrezione del popolo montenegrino - cominciò la guerriglia partigiana che trasformò completamente il tipo di azione e le conseguenti reazioni, sia sul piano politico, sia soprattutto su quello militare-operativo. Le formazioni partigiane, inafferrabili e ben organizzate, anche se sprovviste spesso dei più elementari mezzi di sussistenza, rappresentarono una costante minaccia, insidiosa e tenace. In questo quadro ha un ruolo non trascurabile il cosiddetto collaborazionismo, con il frazionarsi della lotta in cento rivoli e il riaccendersi di secolari antagonismi etnico-religiosi o di rivalità tribali. Fu una guerra fatta soprattutto di marce faticose e interminabili, di atroci scontri e ancora più drammatiche rappresaglie, tanto da lasciare nell'animo di coloro che la combatterono un segno indelebile.