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La mattina del 20 febbraio 1909 i parigini che leggevano "Le Figaro" ebbero la sorpresa di trovare un articolo dal titolo Le Futurisme, di Filippo Tommaso Marinetti. Così iniziò l'avventura del futurismo, il primo movimento culturale globale, in cui confluirono artisti di ogni specie, pittori, scultori, architetti, poeti e musicisti. Si riunivano a Milano attorno al fondatore e nei loro incontri non mancavano gesti provocatori e persino risse per questioni culturali o ideologiche; i futuristi amavano il volo, la velocità, il progresso e celebravano il coraggio, le belle idee per cui si muore, il patriottismo. Il movimento, in realtà, durò pochissimi anni, dal 1909 al 1915; la Prima guerra mondiale, tanto auspicata come "igiene del mondo", lo distrusse, e non solo perché molti suoi seguaci morirono volontari al fronte. Negli anni successivi il futurismo si trascinò faticosamente, per iniziativa di Marinetti, senza aver più la risonanza internazionale che aveva avuto sino ad allora e completamente inglobato nel regime fascista. Seguendo la biografia di Marinetti, questo libro ricostruisce la parabola di Sant'Elia, Balla, Boccioni, Carrà e dei loro compagni, che in un tempo brevissimo segnarono la storia d'Italia e d'Europa.