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La letteratura russa è veramente finita con il crollo dell'Urss, con la sparizione di quel monolite ideologico che costringeva l'invenzione letteraria all'alternanza dei cicli del gelo e del disgelo? Dopo la grande e deludente vampata della glasnost' gorbacioviana, il pubblico occidentale ha cominciato a disinteressarsi di ciò che si scrive all'ombra del Cremlino. Probabilmente a torto. Prima ancora della saggistica e della pubblicistica, si deve ad alcuni scrittori l'intuizione del desiderio dei russi di farla finita con l'eterna transizione cui sembrava condannarli il buon senso dell'economia e della politica. E tra le righe di alcuni romanzi si scorge il riannodarsi dei fili antichi che hanno reso grande la letteratura russa degli ultimi due secoli.