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È possibile scegliere l'identità? È possibile rimuoverla? È possibile appartenere a più identità? Nel corso dell'Ottocento e del primo Novecento, diverse generazioni di ebrei tedeschi hanno affrontato le molteplici problematiche suscitate in Germania dal loro essere ebrei. Se il richiamo al proprio ebraismo è stato spesso sollecitato, almeno in un primo momento, dal mondo esterno, esso è poi diventato parte di una storia interiore e psicologica, di una storia che ha visto uniti e divisi ebrei e tedeschi, e che non può certo dirsi conclusa con Auschwitz. Se, come afferma lo studioso Haim Baharier, da Auschwitz nessuno è ancora uscito, neppure il ricordo, qui, è soltanto retrospettivo. Attraverso le voci di alcuni protagonisti, noti e meno noti, di questa complessa vicenda interiore, il libro propone le riflessioni dell'intelligenza ebraica in Germania circa il delicato e fatale problema dell'identità. "Deutschtum e Judentum": nelle varie scelte e strategie di vita e di scrittura messe a punto dai singoli individui, scrittori e pensatori, si riflettono problemi, contraddizioni e sfide che riguardano il rapporto, a noi più prossimo e decisivo, tra l'io e il tu e più in generale tra tradizione e secolarizzazione, tra comunità e società.