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Cremona è meta privilegiata per gli storici dell'Età Moderna: i suoi archivi restituiscono con esemplare chiarezza i tratti più generali della "decadenza" cinquecentesca, il volto del potere delle aristocrazie italiane, fino al crollo nell'ultimo Settecento e al definirsi della città borghese. Mentalità, costumi abitativi, strategie patrimoniali di patrizi prima e notabili poi, dai sommovimenti sociali e religiosi del Cinquecento, attraverso l'Illuminismo, fino al dopoguerra, indiscusse entro le mura cittadine, devono misurarsi con politiche e tendenze culturali a scala europea. Leggere Palazzo Magio, nel confronto continuo fra documento ed edificio, significa muoversi su questo duplice registro, fra pratiche costruttive e risorse locali, quadrature barocche e dotte decorazioni neoclassiche, eccezionali ma non uniche, fra suggestioni piranesiane e richiami al Rinascimento. Anche la tutela - lo insegna il lavoro degli storici - deve destare l'interesse non per i suoi oggetti in quanto tali, ma per il modo in cui li legge, per i legami più ampi e complessi che sa istituire con la contemporaneità.