Tab Article
Alfaro propone in queste immagini una reinterpretazione del paesaggio campano che sia alla base di una visione di sogno: il repertorio, inedito anche sotto il profilo dei "punti di veduta", si inserisce nella più solida tradizione iconografica su Napoli e il suo territorio. Non si tratta di un reportage, ma della rappresentazione degli effetti di quei paesaggi nell'intimo di chi da decenni li scruta e li "reinventa", offrendo agli altri il frutto di tanta elaborazione. Nelle scene si riconoscono forme e colori mai esistiti, autentici sogni per immagini, pregni di infinite suggestioni: il Golfo e le sue parti penetrate dall'obiettivo, occhio conscio di una scoperta mai rassicurante. Vengono alla mente le vedute "visionarie" e la "cupa terribilità" di un Boullée o di un Burke, il brivido, l'estasi dell'intensa carica romantica di un Turner. Per una volta si bandisce la "cartolina", ma anche il trito déjà vu del territorio violentato delle periferie napoletane, dei disastri ambientali e degli scabrosi temi sociali. Qui tutto è lasciato al paesaggio, alla sua bellezza e ai suoi effetti sulle nostre sensazioni.