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Tradizione e leggenda s'intrecciano con la storia remota della residenza divenuta uno dei monumenti simbolo di Torino. Antica denominazione del territorio extraurbano torinese, eco di Valenza, gentildonna moglie del primo proprietario dell'antico palazzo, o forse rimando ai "Valentini", le feste galanti di Corte organizzate dalla seconda Madama Reale fin dal 1677, l'alone di mistero che avvolge il Castello del Valentino risale all'origine stessa del suo nome. Proprietà dei Savoia a partire dalla seconda metà del Cinquecento, la storia dell'edificio conosce numerose fasi di abbellimento e sistemazione che nel tempo ne hanno trasformato la fisionomia. Villa di rappresentanza, residenza fluviale, maison de plaisance, castello ottocentesco, poi edificio adibito a usi scolastici, militari ed espositivi, infine sede del Politecnico di Torino, la storia del Valentino è costellata da importanti fasi di trasformazione, ampliamento e abbellimento. Nonostante le alterne vicende di riutilizzo dei locali, la magnificenza seicentesca dell'antica Residenza Sabauda è conservata negli apparati decorativi degli appartamenti del piano nobile. I preziosi soffitti, gli stucchi, le pitture, le dorature e gli affreschi custoditi nelle stanze e negli appartamenti del Castello del Valentino rappresentano un piccolo tesoro ancora poco conosciuto dal pubblico dei visitatori.