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Che cosa consente agli umani di convivere in società organizzate senza che le dinamiche di disgregazione prendano il sopravvento? Che rapporto si delinea tra coesione sociale, devianza e violazione normativa? Che cos'è sociologicamente il crimine? Si tratta di interrogativi che attraversano la storia del pensiero sociologico, al di là delle definizioni e delle distinzioni disciplinari che lo hanno caratterizzato. Accordando alla devianza lo statuto di costruzione sociale e riconducendo i meccanismi della sua definizione e della sua sanzione alle trame situate nelle relazioni di potere, il volume tenta di offrire delle risposte a queste domande privilegiando il confronto con i quadri teorici della sociologia conflittuale e adottando un approccio radicalmente interazionista. Dopo aver introdotto le principali teorie dedicate al rapporto tra devianza e ordine sociale e aver presentato il sistema penale come strumento selettivo di definizione, gestione e controllo della criminalità, il testo procede con l'analisi della relazione tra svantaggio sociale e adattamenti devianti e con un approfondimento del rapporto tra reazione istituzionale, pena detentiva e identità deviante.