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Hegel arriva a Jena nel 1801. Non è che un giovanotto di belle speranze, un trentunenne con qualche inedito nel cassetto e nessuna pubblicazione alle spalle. Quando ripartirà da quella città, nel 1807, sarà invece il celebrato autore della "Fenomenologia dello spirito". È in questa manciata di anni, dunque, che Hegel diventa Hegel; non serve altro per comprendere l'importanza nevralgica che gli scritti del periodo di Jena hanno nello sviluppo del suo pensiero. La "Filosofia dello spirito jenese" raggruppa frammenti di testo venuti alla luce in epoca relativamente recente, tra il 1931 e il 1932. Si tratta di manoscritti redatti da Hegel per uso personale e che, proprio in virtù di questa natura diaristica e autoreferenziale, riescono a introdurre il lettore dentro il "laboratorio" del filosofo, in quel luogo dove sembra che egli riesca a "guardarsi pensare".