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Come un moderno schermo cinematografico, lo scudo di Achille, opera mirabile del dio Efesto descritta nel Libro XVIII dell'Iliade, rappresenta e fa muovere le immagini di dèi, guerrieri e animali, raffigurando la vita, l'umanità e il mondo intero in forma di città. Lo scudo riproduce una polis ideale, centrata e circolare; questa tipologia urbana convive e compete, nel corso della storia dell'urbanistica greca (e antica in generale), con uno schema di città su pianta ortogonale e dalle strutture lineari. Anche nella descrizione dello scudo di Achille, la cui forma dominante è naturalmente il cerchio, compaiono elementi lineari che variano, completano e integrano la preminente forma circolare. La città come cerchio era per i greci simbolo di stabilità, armonia e condivisione, così come le linee ortogonali che ne dividevano regolarmente gli spazi erano espressione di un necessario principio di razionalità. La forma della città quale si evince dalla descrizione omerica ha esercitato una forte influenza anche sui modelli urbani di altre civiltà, come per la Roma ricostruita da Nerone e per la gigantesca Domus Aurea, grande struttura circolare che, nelle intenzioni dell'imperatore, doveva rappresentare Roma stessa e il mondo intero, di cui era il perno ideale.