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Arlen era un uomo immaturo, una simpatica creatura incapace di fare del male. Trascorse la sua breve vita terrena in balia degli altri, dei loro capricci, delle loro perfidie. Viveva in una grande città della Borgogna, in un anonimo condominio di quattro piani. Era anche lui un anonimo cittadino, con i suoi difetti e i suoi pregi, mai con un po' di fortuna. Quando rifletteva sulla sua esistenza, riusciva a trovare solo i lati positivi e gli sembrava che il buon Dio gli avesse dato innumerevoli doni e non pochi talenti. Certo, gli mancava quella strana capacità che molti suoi simili hanno in abbondanza, quella di trasformare i propri difetti in successo. Quella mattina riuscì a vedere oltre le nuvole, scorse un'esistenza diversa, il cielo oltre le nuvole era popolato da volti conosciuti che con grandi sorrisi lo aiutavano. Rivide i personaggi delle sue favole preferite, trovò gli occhi di coloro che per il solo fatto di essere i suoi cari lo amavano e lo credevano il più bravo di tutti, il più fortunato, l'uomo dai grandi talenti. Arlen aveva visto oltre le nuvole, un mondo migliore esisteva per davvero e nonostante i suoi dolori non poteva che non correre in cielo ad abbracciare quell'esistenza, a ritrovare le ragioni della sua inguaribile spensieratezza. Non era fatto per un mondo di eroi, protagonisti di un'umanità sconfitta e non sincera, lui aveva scelto la vita piena. Da lassù non smise mai di guardare amorevolmente i suoi cari nella speranza che qualcuno di loro riuscisse a vedere oltre le nuvole e comprendesse che Arlen era stato troppo felice sulla terra per diventare un eroe.