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Il seguito di Restauro Timido e di Architettura Timida! Un'antologia di idee per prendere contropiede la realtà, scardinando sicurezze, certezze, semplificazioni e farci intuire che l'umanità diventa umana quando inventa la timidezza che non è una malattia ma un modo più cauto e intelligente di rapportarci con il mondo. L'architettura deve riprendere la sua funzione di medicinale, di balsamo che cura i lembi e le ferite dei nostri edifici e dei nostri luoghi, una cura come tecnica del rammendo per guarire le ferite dell'esserci. Rianimare la presenza, ridare la vita, respiro, pensiero a ciò che è spento, immobile e chiuso trattenendone insieme la bellezza e il ricordo. Il pensiero timido ci invita ad una nostalgia del futuro, che prende radice nell'amore per ciò che esiste e poggia sulla terra. È giunto il tempo di smettere di comportarci in modo violento distribuendo schiaffi contro il mondo e di cambiare atteggiamento imparando ad usare il segreto della carezza che ha il prezioso dono di far risvegliare le cose. Così, al contrario del comportamento smodato dell'architettura contemporanea, il restauro timido è la dolce alleanza tra memoria e futuro. Oggi per la prima volta all'architettura non è richiesto di assecondare un mondo in espansione ma di operare sul costruito, sull'esistente rinnovando la nostra concezione del restauro. Oggi molti si accontentano di abitare e di progettare senza pensare: questo libro non fa per loro, perché leggendolo si rovinerebbero la vita.