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Per Leibniz Dio è un orologiaio perfetto perché ha pensato la molteplicità delle monadi nella massima unità. In modo analogo gli alunni, differenti sul piano fisico e intellettivo, manifestano una comune identità ontologica. Nella nostra scuola molti studenti falliscono perché non riescono ad accedere a questa dimensione profonda. La persona non è formata soltanto di sensi e materia come ritenevano i filosofi sensisti e non può essere ridotta nemmeno ai principi meccanicistici tanto cari a De La Mettrie. L'uomo è unità complessa di percezioni, emozioni, progetti, affetti, coscienza e mente. In altre parole ciascun alunno è espressione unica di una dimensione spirituale da sempre trascurata nella scuola. Il libro si sforza di indagare i principi interazionisti e fenomenologici nell'intento di mettere in luce i "segreti" dell'apprendimento nell'ottica della valorizzazione delle differenze. Una didattica personalizzata richiede però il passaggio dalla dimensione cognitiva dell'insegnamento a quella mentale dell'apprendimento consentendo all'alunno di liberare la sua carica interiore per aspirare al successo scolastico e formativo.