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La Grande Guerra evoca immagini di violenza e morte come poche esperienze nella storia dell'umanità. Non diversamente dagli altri popoli in lotta, anche gli italiani dovettero affrontare anni di lutti continui e sofferenze inimmaginabili. Le lettere raccolte in questo volume, provenienti dagli archivi del cardinale di Pisa Pietro Maffi, gettano luce sul modo in cui civili e militari, chierici e laici, uomini e donne vissero e giudicarono il dramma della guerra. Le voci levatesi da ospedali, trincee, caserme, parrocchie e centri sparsi in tutta la penisola, nonché dai campi di prigionia degli Imperi Centrali, formano un coro discorde, in cui non mancano i nazionalisti esaltati; la maggioranza rimase però sorda alle ragioni della propaganda e attese con rassegnazione il ritorno della pace. In questo rifiuto di ribellarsi si misura il successo della chiesa cattolica, impegnata a soccorrere i bisognosi ma anche a inculcare nelle masse i principi di obbedienza e disciplina.