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Quanto era importante lo spazio delle comunità rurali nel quadro politico-istituzionale della Lombardia visconteo-sforzesca? A questa domanda vuol contribuire a rispondere la presente ricerca dedicata al contado di Milano nel XV secolo, una realtà poco conosciuta e tanto più interessante per il forte condizionamento qui esercitato dal centro urbano. Istituzioni e prerogative delle comunità milanesi, grandi e piccole, vengono indagate nelle prime sezioni del volume, ove sono messi in luce tanto i modi in cui l'appartenenza ad un comune si faceva impegnativa per i singoli individui, quanto il peso che nel contesto locale potevano assumere solidarietà altre: parentali, ad esempio, o di contrada. A uomini "fuori dal comune" guardano invece le ultime due parti dell'opera. Al centro dell'attenzione si ritrovano così potenti magnati dotati di castelli e giurisdizioni, ma anche minori nobili, capaci di esercitare un ruolo centrale nella vita politica ed economica del Milanese, cui l'autore si rivolge cercando di ricostruirne ruolo e posizione, nonché la capacità di promuovere legami alternativi a quelli territoriali e comunitari.