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Le vicende degli ultimi cinquant'anni del piccolo ducato padano hanno sino ad oggi goduto di scarso interesse in ambito storiografico. Offuscato dagli splendori rinascimentali e dalle tragiche vicende legate alla guerra di successione del 1628-31, il secondo Seicento mantovano è stato generalmente rappresentato come un'età di ineluttabile declino, vieppiù suffragato dalle scarse qualità di governo mostrate dall'ultimo duca di Mantova e Monferrato, Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers (1652-1708). Con questo libro, Alessandro Bianchi ha cercato di ricostruire le dinamiche di potere del piccolo Stato padano attraverso l'analisi dell'apparato diplomatico gonzaghesco, concentrandosi sia sulle istituzioni ducali che sull'attività concretamente espletata dai diplomatici al servizio della Casa di Mantova nel tardo Seicento. Ciò ha consentito all'autore di ridefinire non solo i caratteri della 'decadenza' gonzaghesca, ma di testimoniare anche le continuità e la conservata efficienza delle istituzioni mantovane, non trascurando le strategie famigliari, i legami di ceto e i percorsi di nobilitazione che legarono le élites di potere locali al principe tra XVII e XVIII secolo.