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Si può vivere senza il gioco? No. Allora insegnare a giocare è anche insegnare a vivere. Ad agire per sé, per gratificare se stessi, per darsi un momento interno di pausa nell'agire-secondo-uno-scopo che si delinea come "festa". Allora al gioco va riconosciuta la forte, molto forte, valenza formativa. Per ciascuno e per tutti. Come gioco individuale e come gioco agito nella stessa società. Così va elaborata un'educazione al gioco, che ne valorizzi in pieno tutte le potenzialità. Al giocare in generale e alla varie tipologie di giochi. All'uso, e al significato, non semplice, del giocattolo. Ai videogiochi: che vanno conosciuti e sviluppati e via via anche culturalmente attraversati. Fino all'uso didattico del gioco: che non è ossimoro, bensì una scommessa sempre aperta e riaperta. A scuola, a casa, nella vita sociale.